E se ti dicessi che un dente ha fatto (e fa) la storia?
Ebbene sì, potrà sembrarti assurdo ma è proprio così. Stiamo parlando del dente più blu della storia, ma per venirci incontro ti svelerò da subito di quale si tratta: ti dice niente la parola “Bluetooth”?
Oggi lo usi per collegare il tuo smartphone ad ogni sorta di cuffia, cuffietta e smartwatch. Ieri, lo usavi per passarti sfondi animati, “buongiornissimi” e le canzoni dei GemBoy: dal Nokia al Motorola e così a non finire. Anche se diciamolo, di batteria ne consumava parecchia.
Oggi siamo iperconnessi tra Bluetooth e Wi-Fi: la casa domotica, i file salvati sul Cloud e le fotografie della giornata al mare ce le passiamo su WhatsApp, o direttamente da Instagram.
Eppure, questo famigerato Bluetooth ha fatto la storia. E se ti stai chiedendo perché eccoti subito accontentato!
Le origini della parola
Se prendiamo il termine Bluetooth e ci interroghiamo sul suo reale significato o sull’etimologia, apparentemente non ci sembra avere particolare senso, se valutiamo che “blue” vuol dire “blu” e “tooth” vuol dire “dente”.
Riavvolgiamo il nastro…
Andando indietro e risalendo alle origini (i più simpatici direbbero “alla radice”, ma ci tenevo a rassicurarti che non siamo tra questi) si scopre che il termine “Bluetooth” risale ai tempi del re Aroldo I di Danimarca. Il sovrano è infatti famoso per aver riunificato il Regno di Danimarca, ma non solo per questo.
Alla sua fama di buon governante, si aggiunge anche quella di “Blatand”, ovvero “dente blu”, epiteto affibbiatogli già all’epoca e che rende piuttosto esplicitamente l’immagine del suo sorriso “un po’ più blu”. Sì, hai capito bene, “Bluetooth” vuol dire proprio “dente blu” …e non parliamo di un dente qualunque!
Il nome Bluetooth viene così associato alla tecnologia wireless a corto raggio che oggi tutti usiamo e conosciamo. L’idea nasce proprio in casa Intel negli anni ’90 quando Jim Kardash lo propone come nome provvisorio. L’idea era di sottolineare la capacità intrinseca del Bluetooth di interconnettere PC e mobile, come Arnoldo I aveva fatto a sua volta con le regioni danesi. Nessun ufficio marketing ha trovato successivamente un nome più accattivante, in compenso il termine si è diffuso in fretta ed è entrato nel parlato comune.
Del resto chi non conosce e non usa il bluetooth oggi?